N° 103
1.
La capitale di una
nazione è spesso teatro di intrighi il cui scopo è il raggiungimento del potere
o il controllo su chi già lo detiene. A Washington è un gioco che si gioca su
molti fronti e non tutti alla luce del sole. Ci sono giorni in cui Samuel T.
Wilson, Rappresentante del 13° Distretto dello Stato di New York al Congresso
degli Stati Uniti, si chiede perché ha deciso di giocarlo. Al confronto sia il
suo vecchio lavoro come assistente sociale a Harlem che la sua carriera nei
panni del supereroe chiamato Falcon sembrano molto più semplici
Seduto nel suo ufficio
Sam riflette sugli ultimi avvenimenti. Casualmente lui e la sua assistente
Nicole Adams hanno scoperto che qualcuno sta manipolando i rapporti
dell’intelligence del Dipartimento di Stato e questa scoperta ha portato a due
attentati alle loro vite ed a quella di un funzionario dell’Ufficio del
Direttore dell’Intelligence Nazionale che stava cercando di aiutarli a scoprire
la talpa.[1]
È evidente che chiunque ci sia dietro è disposto a tutto pur di non essere
scoperto.
-Cosa pensi di fare adesso?- gli chiede Nikki,
una bella bionda apparentemente sulla trentina.
-Innanzitutto occuparmi della tua sicurezza.-
risponde Sam -Chiunque ci sia dietro tutto questo ci ha ormai preso a bersaglio
ed è fin troppo chiaro che sa molte cose su di noi. Casa tua ed anche questo
ufficio non sono più sicuri per te, per nessuno di noi temo.-
-Non trattarmi come una damigella in pericolo,
Sam. So badare a me stessa e non intendo farmi intimorire.-
-Eppure sarebbe la cosa più saggia da fare,
Nikki.- interviene un afroamericano dal fisico massiccio ed il volto
incorniciato da una corta barba -Il Congressista Wilson ha ragione: siamo tutti
e tre un bersaglio ed è stupido mettersi in mostra per farsi colpire.-
-Grazie, Mr. Atkinson. A questo punto direi
che possiamo anche darci del tu.- ribatte Sam.
-Mi sta
benissimo.- replica Edmond Atkinson.
-Hai qualche suggerimento?-
-In effetti, sì ma per mettere in atto la mia
idea… beh, mia cara Nikki, dovrai morire.-
Sul
volto di Nikki si disegna un’espressione di stupore.
Camp
Lehigh in Virginia è ufficialmente un centro di addestramento dell’Esercito
degli Stati Uniti ma questa è solo la copertura per una speciale unità
interforze dell’intelligence militare che si occupa di minacce speciali alla
sicurezza delle Forze Armate della Nazione.
Uno
dei membri di questa unità, il Tenente di Marina Franklin Roosevelt Mills, sta
illustrando ai suoi commilitoni alcune recenti scoperte.
-Avevi chiesto informazioni sulla North
Organization.- dice rivolto al Maggiore dei Marines Elizabeth Mary Mace che è
in compagnia del Colonnello dell’Esercito Carolyn St. Lawrence.
-Non farti pregare, Frank, dimmi tutto.- replica
Liz con impazienza.
-Aspetta solo un attimo, Diane sta arrivando.-
Diane?
Pensa Liz. Da quando sono così in confidenza? Ripensandoci, non è che Franklin
abbia mai amato le formalità.
Pochi
istanti dopo, il Tenente dell’USAF[2]
Diane Perrywinkle entra nella stanza.
-Scusate il ritardo.- dice.
-Non ha importanza, Diane.- taglia corto Mills
-Racconta alle nostre amiche cosa hai scoperto sulla North.-
La
ragazza gli rivolge una breve occhiata poi volge lo sguardo verso le altre due
donne e comincia a parlare:
-Innanzitutto è stata fondata da un gruppo di
ex ufficiali della NATO e prende il nome da uno di loro: il Tenente Generale
Frederick North, che è stato vicecomandante del Comando Combattente Operazioni
Speciali. Il Generale North è morto qualche anno fa ed ora il C.E.O.[3]
della North Organization è Sir Ian McMasters, scozzese.-
-Anche lui con un passato nelle Forze
Speciali, immagino.- interviene Cary St. Lawrence.
-22° Reggimento SAS.-[4]
precisa Diane -I dettagli della sua carriera non sono pubblici ovviamente ma si
sa che ha riportato una ferita ad una gamba durante una non meglio identificata
operazione in estremo oriente. I nostri cugini britannici sono stati piuttosto
avari di dettagli al riguardo.-
-Tipico.- commenta ancora Cary.
-Dov’è adesso, questo McMasters?- chiede Liz.
-Attualmente risiede qui negli Stati Uniti.-
risponde Perrywinkle -Ha una villa nei pressi di Falls Church, qui in
Virginia.-
-Interessante.- mormora Liz mentre un’idea si
forma nella sua mente.
Più
a nord, in una villetta nella cittadina di Quincy, in Massachusetts, una
ragazza dai capelli neri si sveglia ancora una volta in un letto straniero. È
la terza notte che ha trascorso lì ed ancora non ha ben chiaro perché.
Come
ogni giorno scende in soggiorno e come ogni giorno trova pronta un’abbondante
colazione. Ad attenderla c’è una donna anziana dai capelli bianchi.
-Buongiorno Roberta.- la saluta -Hai dormito
bene?-
-Avrei dormito meglio se fossi stata a casa mia
o nel mio appartamento al campus di Harvard.- replica seccamente Roberta Ann
Mace -Quanto tempo pensa ancora di trattenermi?-
-Sei libera di andare quando vuoi, lo sei
sempre stata.-
-Davvero? Avevo la sensazione di essere solo
passata da una prigione ad un’altra.-
-Non è così, cara. Il mio intento era ed è
soltanto proteggerti. Ci sono seri pericoli la fuori che ti attendono.-
-Un’altra delle sue predizioni, Miss
veggente?-
La
donna anziana sorride e risponde:
-In un certo senso. Purtroppo non sono più
esatte come una volta e comunque non prevedo il futuro, vedo solo le
probabilità.-
-Chi è lei?-
-Una vecchia amica di tuo nonno.-
-Conosceva mio nonno?-
-Abbastanza da conoscere il suo più grande
segreto e perché lui conoscesse il mio. Abbiamo diviso un po’ di avventure
insieme.-
-Cosa vuol farmi credere? Che lei è…?-
La
donna si limita a sorridere di nuovo.
2.
L’auto percorre la strada
che porta a Falls Church in Virginia. Al posto di guida il Colonnello Carolyn
St. Lawrence si rivolge alla donna seduta al suo fianco:
-Sicura di volerci provare?-
-Assolutamente.- ribatte il Maggiore Elizabeth
Mace -Non mi aspettavo che me lo chiedessi proprio tu.-
-Mi hanno accusato spesso di essere troppo
impulsiva e spericolata, ma tu mi batti di parecchie lunghezze, tesoro.-
-Lo prendo come un complimento.-
Cary
scuote la testa. Continua a guidare e contemporaneamente accende la radio. La
musica di una stazione locale accompagna il loro viaggio per un po’, poi inizia
il notiziario.
Le
due donne ascoltano distrattamente le notizie del giorno finché una in
particolare non attira l’attenzione di Liz.
-Cosa ha detto?- esclama.
-Che c’è?- chiede, perplessa, Cary.
-Shhh, fammi sentire.-
<<… tragico incidente. L’auto è finita nel
Potomac. Nicole Adams era stata a lungo Vice Capo del Protocollo al
Dipartimento di Stato. Negli ultimi tempi era divenuta Capo dello Staff del
Rappresentante dello Stato di New York Samuel T. Wilson. Aveva trent…>>
-Nicole Adams morta?- esclama ancora Liz,
sorpresa.
-Superficialmente. Lavorava per un amico. Devo
chiamarlo.-
Liz
compone il numero di telefono di Sam Wilson ma non ottiene risposta,
-Ci penserò dopo.- dice
Intanto
Cary prende l’uscita per Falls Church raggiungendo la periferia della cittadina
e parcheggiando in un luogo appartato.
-Ci siamo. L’obiettivo è davanti a noi e non
c’è nessuno in vista.- dice.
-Ottimo.- replica Liz scendendo dall’auto.
Appoggia
la sua valigetta sul cofano, la apre e fa scattare un doppio fondo che rivela
il costume e lo scudo di Capitan America.
-Un giorno di questi dovrò chiedere al Dottor
Pym se può fornirmi uno dei suoi dispositivi per rimpicciolirli ed ingrandirli
a volontà, così potrei evitare di portarmi sempre dietro la cartella.-
borbotta.
-Magari potresti nasconderli dentro un
anello.- commenta Cary.
Liz
le rivolge un’occhiataccia e ribatte:
-Molto spiritosa.-
Comincia
a spogliarsi e dice:
-A questo punto, si suppone che dovrei
chiederti di voltarti.-
-Non vedrei nulla che non abbia già visto.-
ribatte l’altra sorridendo.
Liz
ricambia il sorriso, finisce di indossare il costume e le dice:
-Tu fai la tua parte e se tutto fila liscio
come deve, ci rivedremo tra non molto.-
-Cosa potrebbe andare storto a due come noi?-
-Non farmi rispondere.-
Le
due donne si baciano rapidamente poi Capitan America comincia ad arrampicarsi
su una vicina palazzina.
Nell’Ufficio
del Medico Legale del Distretto di Columbia un massiccio afroamericano il cui
volto è incorniciato da una rada barbetta è in piedi davanti ad un lettino
metallico su cui giace il corpo di una donna bionda.
-Si, è lei.- dice -È Nicole Adams.-
-Bene, Mr. Atkinson.- replica il medico che è
con lui ricoprendo di nuovo il corpo con un lenzuolo -Ora, se vuol firmare i
documenti…-
Edmond
Atkinson firma quello che deve firmare, saluta il medico e lascia la triste
palazzina. Sala a bordo della sua auto, guida lasciandosi alle spalle la
capitale ed arrivando finalmente ad un cottage non molto distante dalla
Comunità di McLean nella Contea di Fairfax in Virginia
Parcheggia,
scende dall’auto ed entra nel cottage dove, nel salotto, lo attende una donna
bionda che indossa un tailleur blu ed una camicetta bianca e che senza
preamboli gli chiede:
-Com’è andata?-
-A meraviglia.- risponde Atkinson -Ora sei
ufficialmente morta, Nikki, e devo dire che sei il cadavere più affascinante
che abbia mai visto.-
-Stupido.- ribatte Nikki Adams -Dove hai
trovato il… il cadavere?-
-Ho i miei mezzi ma se è questo che temi, non
ho ucciso… o fatto uccidere… nessuno.-
-Uhm… non mi piace lo stesso. Era proprio
necessaria questa commedia?-
-Quella gente non si sarebbe fermata davanti a
nulla pur di eliminarti, lo hai visto tu stessa.-
-E credi davvero che cascheranno in questo
trucco?-
-Anche se avessero dei dubbi, non saprebbero
dove cercarti e nemmeno un indizio sul tuo nuovo aspetto.-
-Che intendi dire?-
-Che ti cambieremo un po’ i connotati, mia
cara. Nulla di trascendentale: un nuovo taglio di capelli, un po’ di tintura,
lenti a contatto per cambiare il colore dei tuoi begli occhi ed un nuovo set di
documenti con una identità di copertura a prova di bomba.-
-Sembra facile ma dovrò lasciarmi tutto alle
spalle. Riavrò mai la mia vecchia vita?-
-Devo essere onesto con te, Nikki: non lo so.-
risponde Atkinson con voce cupa.
All’ultimo
piano del palazzo che ospita la sede della Jameson Publishing Inc. ci sono, tra
le altre cose, l’ufficio privato dell’Editore J. Jonah Jameson ed una grande
sala riunioni usata solo nelle occasioni in cui Jameson decide di incontrare in
contemporanea tutti i direttori delle testate che compongono la sua piccola
galassia editoriale. Questa è una di quelle occasioni e stavolta sono presenti
anche tre dei suoi più quotati giornalisti.
-Sei davvero sicuro, Gianelli?- chiede un
Jameson corrucciato -Se dovessi esserti sbagliato ci esporresti ad una causa
per diffamazione che ci costerebbe… che mi costerebbe un sacco di quattrini.-
-Che la coinquilina di Kristin Svenson, alias
Karla Sofen, alias Moonstone, sia la donna che chiamano Typhoid Mary non ho
dubbi.- risponde il fotoreporter Frank Gianelli -Che Karla lavori per il
Consigliere per la Sicurezza Nazionale Henry Peter Gyrich… questo no, non sono
ancora riuscito a dimostrarlo ma… sì: ne sono sicuro.-
-Gyrich è troppo furbo per farsi vedere in
pubblico con la Sofen anche se ha pagato il suo debito con la Giustizia e se
lei davvero lavora per lui, allora è molto improbabile che ignori chi sia la
sua coinquilina.- afferma Joseph “Robbie” Robertson, direttore del Daily
Bugle…-
-E se lo sa e lo tollera…- interviene la
bionda reporter della rivista Now Joy Mercado -… allora…-
-… allora vuol dire che anche lei lavora per
lui.- conclude Tracy Burke, direttrice di “Woman”.
-Ma perché Gyrich avrebbe al suo servizio due
supercriminali di cui una è una psicopatica ed amorale pluriomicida affetta da
gravi disturbi della personalità?- chiede la giornalista del Daily Bugle Kat
Farrell.
-Deve avere un qualche piano segreto.-
commenta Kathryn Cushing, Capo Redattore del Bugle -Ma quale?-
Il
silenzio cala nella stanza ed è J.J.J. a romperlo:
-Scopritelo. Ho sempre apprezzato Gyrich: un
uomo che sapeva quel che era necessario fare e non aveva paura di farlo, ma se
stavolta si è spinto troppo oltre, dovrà essere smascherato e lo faremo noi.-
3.
La donna che è l’ultima
portatrice della fiaccola, o meglio dello scudo, di Capitan America osserva da lontano
la villa che Ian McMasters possiede e dove risiede abitualmente quando
soggiorna negli Stati Uniti. Ironia della sorte, si trova a in Virginia, non
molto distante dal villino dove Cap vive nei panni di Liz Mace. Quante volte ci
è passata davanti senza sospettare che dietro le sue mura si celassero oscuri
segreti.
A
quanto pare, è un vero fortino con tanto di filo spinato, cani e guardie
armate, manca solo un fossato con dei coccodrilli. Capitan America sorride:
anche se ci fosse stato, non sarebbe certo bastato a fermarla nel caso volesse
fare una visitina a quel distinto signore.
-Sei certa di volerlo fare?- le chiede Falcon
in piedi al suo fianco -Non sono sicuro che Steve approverebbe.-
-Io non sono Rogers.- ribatte Liz -Ho i miei
metodi e comunque, per il bene della Giustizia, talvolta è necessario spingersi
ai limiti della Legge… e oltre.-
-Strano discorso per un avvocato.-
-La pensi così anche tu o non saresti qui.-
-Vero. Qualcuno ha tentato di uccidere me e
Nikki Adams per ben due volte[5]
e la pista porta alla North Organization.-
-Quindi?-
-Quindi andrò avanti io, se qualcosa andrà
storto, la mia reputazione ne soffrirà molto meno della tua.-
Così
dicendo Falcon spicca il volo lasciando il tetto dove si trovano entrambi e si
dirige verso la villa fortificata.
-Maledetto testone.- borbotta Cap.
Un
istante dopo balza oltre il cornicione.
Da
qualche parte degli Stati Uniti un uomo ed una donna stanno discutendo:
-La morte della Adams è stata decisamente
imprevista ma può rivelarsi un’insperata opportunità.- dice la donna.
-Spiegati meglio.- replica l’uomo in tono
dubbioso.
-Siamo stati incaricati di impedire la
rielezione di alcuni politici. Ucciderli sembrerebbe la soluzione più
semplice.-
-Ma attirerebbe troppa attenzione. Troppi
politici uccisi tutti insieme farebbero gridare al complotto anche gli scettici
più incalliti e questo noi non lo vogliamo… e nemmeno i nostri committenti.-
-Esatto. La via da seguire è il discredito, le
fake news e cose simili. Hanno funzionato in passato. Pensaci: cosa faceva la
Adams in giro a quell’ora? Aveva una doppia vita? Magari una relazione con Sam
Wilson? E se lui fosse stato con lei e fosse scappato lasciandola annegare?-
-Non saprei. Con Kennedy gli stessi dubbi non
sono bastati ad impedirne la rielezione nel 1970 e Wilson viene da un distretto
dove il 90% degli elettori vota Democratico.-
-Ma noi offriremo una valida alternativa.-
-Va bene, proveremo il tuo sistema. Ora
vediamo cosa fare con gli altri candidati.-
Hogan
Plaza n. 1 è l’indirizzo ufficiale della Procura Distrettuale della Contea di
New York. Big Ben Donovan lo conosce molto bene, ne ha percorso molte volte i
corridoi. Oggi ha un appuntamento nientemeno che con il Procuratore Bill Hao in
persona, il primo cinoamericano ad occupare quella poltrona.
Nel corridoio vede venire
dalla direzione opposta un’attraente afroamericana. La riconosce quasi
immediatamente come una delle avvocatesse che lavorano da Bale & Associati,
uno dei più prestigiosi studi legali della Nazione, lo stesso dove lavora suo
figlio Benjamin Jr., colloquialmente chiamato Little Ben. Non molto tempo fa
quella stessa donna gli ha consegnato un’ingiunzione richiesta da suo figlio
nei suoi confronti che lo obbliga a stare lontano dalla sua abitazione e luogo
di lavoro.[6]
Se non ricorda male si chiama Samantha Joyce.
Sorprendentemente la
giovane donna viene dritta verso di lui e gli dice:
-Mr Donovan, approfitto dell’occasione per
comunicarle che Ronald Raymond le ha revocato il mandato e lo ha conferito a
Bale & Associati.-
- Big
Ben rimane sorpreso. Aveva assunto la difesa di Ronnie Raymond, accusato di
essere il vigilante violento chiamato Cacciatore Notturno, su richiesta del suo
fratello maggiore Frank, anche lui avvocato e noto attivista per i diritti
civili. Si era chiesto il perché avesse scelto lui nonostante la sua dubbia
reputazione ed ora si chiede la ragione per cui ha cambiato idea.
-Posso sapere il perché?- replica.
-Temo di non poterglielo dire ma lo saprà
presto.-
Samantha
lo saluta lasciandolo con domande che non hanno ancora trovato una risposta
soddisfacente quando è ammesso nell’ufficio del Procuratore.
Assieme a Hao ci trova
anche il Vice Procuratore Esecutivo Capo Grace Powell, una rossa dal carattere
d’acciaio sui quarant’anni, e James Priest corpulento afroamericano più vicino
ai cinquanta che ai sessanta, Vice Procuratore Esecutivo e capo della Divisione
Processi.
-Bene, bene.- commenta Big Ben sarcastico
-Avete schierato i grossi calibri, vedo,-
-Accomodati Big Ben.- lo invita Hao -Immagino
che tu voglia parlare del caso Morgan.-
-È stato arrestato per Ostruzione alla
Giustizia.- replica Big Ben -Un’accusa ridicola.-
-Ti assicuro che è molto solida e tu sai che
non parlo mai a vanvera.-
Big
Ben fa un cenno di assenso poi dice:
-Lo saprò presto: ho presentato un’istanza di
habeas corpus[7] e udienza per la cauzione
Sono venuto solo per informarvi.-
-Il giudice non concederà mai la cauzione.-
intervenne Grace Powell -Morgan è un noto boss criminale.-
-Ma nessuna giuria l’ha mai dichiarato
colpevole nemmeno di essere passato col rosso o non aver gettato una cartaccia
nel cestino dei rifiuti.- ribatte Big Ben
-Un vero cittadino modello che paga le tasse
regolarmente. - commenta ancora Powell -Proprio come John Gotti era solo un
imprenditore edile.-
-La pensi come vuole, Mrs. Powell, resta il
fatto che finora non ci sono prove che Morgan sia mai stato coinvolto in atti
criminali.-
-Finora ma le cose possono cambiare.-
-Credo che sia inutile chiederti se il tuo
cliente sia disponibile ad un accordo, giusto Big Ben?- interviene Priest.
Big
Ben fa un sorriso a trentadue denti e poi replica:
-Sai già la risposta.-
-Oh beh, dovevo chiedertelo.-
Big Ben si alza e dice:
-Bene, direi che il colloquio è finito. Ci
rivedremo in Tribunale.-
Senza
aspettare repliche, stringe la sua valigetta ed esce.
4.
Falcon
vola verso il suo bersaglio quando improvvisamente sente un peso aggiuntivo alle
gambe. Volta la testa e vede Capitan America aggrappata alle sue caviglie.
-Che stai facendo?- le urla.
-Quello che va fatto.- replica lei.
Comincia
ad oscillare e quando è sicura di sé si lascia andare proiettandosi oltre il
muro di cinta della villa. Fa una capriola e poi atterra nel bel mezzo del
piccolo parco.
Uomini
armati le si fanno incontro. Da come si muovono è chiaro che hanno tutti un
addestramento militare. Non la preoccupano.
Lancia
lo scudo e ne disarma tre. Lo riprende al volo mentre salta abbattendone due a
calci. Atterra di nuovo e sferra una gomitata al plesso solare ad un altro.
Improvvisamente
si ode una voce che esclama:
-Basta!-
Dalla
villa è uscito un uomo con i capelli e baffi bianchi elegantemente vestito e
che si appoggia ad un bastone dal pomo in avorio. Gli uomini rimasti in piedi
si scostano al suo passaggio riponendo le armi.
L’uomo si ferma davanti a
Cap e dice:
-È veramente scortese accogliere così una
celebrità, anzi: una leggenda vivente come Capitan America. Sono onorato della
sua visita, Capitano.-
-Davvero, Mr. McMasters?- replica Liz Mace -Mi
è stato detto che lei non gradisce le visite.-
-Calunnie.- ribatte Ian McMasters -Ed anche se
fosse, lei sarebbe comunque una gradita ospite.-
-Forse non la penserà più così dopo che le
avrò detto perché sono qui.-
-Ovvero?-
-Sto indagando sulla scomparsa della figlia
minore dell’Ambasciatore Mace e su due attentati subiti dall’Ambasciatore e sua
moglie. C’erano di mezzo suoi dipendenti -
-Ex dipendenti. Sì, mi sono informato. Si
tratta di gente che ha lasciato il servizio presso la North per… divergenze sul
loro comportamento. Devono aver deciso che avrebbero guadagnato più denaro con
imprese criminali, immagino.-
Una
risposta pronta per tutto, pensa Cap, ma non mi inganna.
-Mi piacerebbe avere maggiori informazioni su
come funziona la sua società.- dice infine.-
-Nessun problema.- replica McMasters -Posso
farle visitare la nostra sede operativa se lo desidera.-
Una
donna bionda avanza verso di loro.
-La mia fidata assistente personale Miss
Alicia Wallencott.- la presenta l’uomo -La accompagnerà, risponderà a tutte le
sue domande e farà in modo che anche gli altri lo facciano.-
Troppa
ostentata gentilezza, pensa Cap, per non nascondere qualcosa, ma è comunque
un’occasione da non perdere e lei non vuole perderla.
Il vero
nome della giovane donna dai capelli color rame tagliati corti
e vivaci occhi azzurri che indossa una tuta aderente bianca con disegnato un
ragno nero all’altezza del seno sinistro e che indossa una tuta aderente bianca
con disegnato un ragno nero all’altezza del seno sinistro, è Olga
Nikolaievna Derevkova ma negli ambienti dei servizi segreti russi è nota col
nome in codice di Vedova Bianca, la migliore eliminatrice, un delicato
eufemismo per assassina, del F.S.B.[8] il Servizio di Sicurezza interna della Federazione
Russa.
Fin da giovanissima è
stata addestrata in un luogo che ufficialmente non esistente, chiamato Stanza
Rossa dove ha imparato ad uccidere in molti modi diversi con o senza armi fino
a diventare, per usare un abusato cliché, la migliore in quello che fa.
Si è distinta
nell’eliminazione di molti nemici della Rodina[9] e per questo motivo è stata scelta per
una missione giudicata dai suoi superiori estremamente delicata, difficile da
svolgere ed eccezionalmente all’estero: uccidere i cloni di personalità che il
servizio segreto militare russo aveva sostituito a personalità influenti dei
paesi della NATO eliminando così prove imbarazzanti per il governo russo dopo
che l’Hydra aveva segretamente preso il controllo del progetto.[10]
La
missione è stata un successo e la Vedova Bianca è stata apparentemente
rimpatriata. Apparentemente, perché in
realtà è stata rapita da un’agente del nuovo Teschio Rosso e sottoposta a
lavaggio del cervello.[11]
Ora ha una nuova missione che i suoi superiori non approverebbero.
In
questo momento, in un luogo segreto da qualche parte negli Stati Uniti, la
Vedova Bianca termina una sessione di tiro al bersaglio con una Makarov
PB, una
delle migliori pistole russe, in uso alle forze di polizia della Federazione ed
agli Spetsnaz[12]
Si sfila le cuffie
protettive e controlla il punteggio quando alle sue spalle echeggia un applauso
seguito da una voce che dice:
-Complimenti, Vedova Bianca. Punteggio pieno.-
A
parlare è stata una donna molto attraente dai capelli rossi, gli occhi di
ghiaccio ed un sorrisetto insolente in volto.
-Ti ringrazio, Compagna Esecutrice.- replica
Olga senza emozione.
-Puoi chiamarmi Ljuba ed io ti chiamerò Olenka,
dopotutto siamo compagne d’armi e certe formalità sono stupide, non trovi? -
Olga
la guarda. È ovviamente una donna molto bella e sensuale e ne è consapevole ma
non c’è niente in lei che possa essere definito amabile o amorevole. Se Ljuba è
davvero il suo nome, allora non le si addice.
-Come preferisci, Compagna.- le risponde
sempre in tono asettico.
-Siamo molto simili io e te, entrambi
uccidiamo i nemici della Rodina.- insiste l’Esecutrice.
-Faccio quello che devo per il bene della
nostra nazione.-
-E del Teschio Rosso, naturalmente. Lui più di
tutti ha a cuore il benessere della Rodina e per restaurarne la gloria è
disposto a tutto. Per questo ti ha affidato un compito importante che solo tu
puoi portare a termine.-
-Non fallirò.-
Un
vero peccato che dopo che avrai fatto ciò che è necessario, dovrai morire,
pensa sogghignando l’Esecutrice.
Falcon
non può dire di essere particolarmente soddisfatto della piega che hanno preso
gli eventi.
La mossa di Capitan America lo ha spiazzato ma
forse è stato meglio così, lui sarebbe stato meno diplomatico ed avrebbe avuto
meno successo, tuttavia non aver potuto dare una spazzolata a chi ha
presumibilmente ordinato l’omicidio suo e di Nikki Adams un po’ gli dispiace.
Cap
confida che la North Organization non oserà compiere atti ostili contro di lei,
ma potrebbe sbagliarsi. È andata a ficcarsi nella tana del lupo ma se il lupo
le avesse teso una trappola?
Sam
Wilson abbozza un sorriso: difficile immaginarsi Liz Mace nei panni di
Cappuccetto Rosso ma anche la persona più in gamba può incappare in una
giornata storta.
Falcon
non usa spesso il dispositivo stealth che Pantera Nera ha incorporato nel suo
costume ma stavolta gli torna molto utile per sorvegliare non visto la sede
della North, nel caso che qualcosa vada storto.
Non
immagina che poco lontano, attraverso lenti speciali, qualcuno stia osservando
lui.
5.
L’uomo seduto alla scrivania di noce rivolge un largo sorriso alla donna
in divisa dell’Esercito degli Stati Uniti seduta davanti a lui.
-Sono davvero contento che abbia deciso di
valutare la nostra proposta, Colonnello St. Lawrence.-
-Beh, Mr. Levine, devo ammettere che la vostra
offerta è davvero molto allettante sia sotto il profilo economico che per altri
benefit.- replica Cary St. Lawrence -Tuttavia, prima di accettare volevo farmi
un’idea di come operate e di come sono le vostre infrastrutture. Se devo
comandare una delle vostre unità voglio essere certa di potermi fidare degli
uomini e delle donne che la compongono.-
-Mi pare giusto.- conviene l’uomo chiamato
Levine -Miss Hera… - indica una bella ragazzo dai capelli rossi inguainata in
un miniabito nero aderente e con una scollatura vertiginosa -… sarà lieta di
mostrarle tutto il nostro complesso ed assisterla per ogni sua esigenza.-
-Ed io sarò lieta di seguirla.-
-Bene, bene. Mi scusi adesso ma mi hanno
appena comunicato che devo andare a ricevere un’ospite inaspettata ma molto
molto importante.-
-Qualcuno che conosco?-
-Io suppongo di sì: è Capitan America.-
Sonny
Burch è Sottosegretario per l’Intelligence e l’Analisi del Dipartimento della
Sicurezza Interna. Lo si può definire in molti modi, nessuno dei quali molto
carino. Nel migliore dei casi è un viscido burocrate, nel peggiore un vero
mascalzone.
In
questo momento sta visionando un video che è appena arrivato sul suo cellulare
e contemporaneamente si deterge il sudore che gli cola dalla fronte e borbotta:
-Maledizione.-
Il
telefono squilla e lui risponde mentre la voce e le mani gli tremano:
-Pronto?-
-<<Ti è piaciuto il video,
Sonny?>> dice una voce maschile <<Ne ho altri dello stesso tipo, se
ti interessano.>>
-Chi… chi è lei?-
<<Un amico a cui dispiacerebbe che
questi video venissero diffusi in rete distruggendo la tua brillante carriera,
Sonny, quando sarebbe facile trovare un accordo soddisfacente.>>
Burch
fa un lungo sospiro e replica:
-Che tipo di accordo?-
Dall’altra
parte l’uomo sorride e comincia a parlare.
Un
paio d’occhiali speciali dalle lenti a specchio inquadrano un bersaglio che
dovrebbe essere invisibile.
Una giovane donna bionda
stringe il dito sul grilletto di uno speciale fucile ad alta precisione e
sussurra:
-Spiacente, Falcon. Nulla di personale, solo
lavoro.-
Un
colpo parte.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Non molto da dire per la verità.
1)
Sir Ian McMasters è
stato
creato da Richard K. Morgan & Bill Sienkiewicz su Black Widow Vol 3° #1 datato novembre 2004.
2)
Alicia
Wallencott èstata creata da Don McGregor & Dwayne Turner su Black Panther:
Panther’s Prey #3 datato gennaio 1991.
3)
David
Levine è stato creato da Nathan Edmonson & Phil Noto su Black Widow Vol. 5*
#14 datato marzo 2015.
Nel prossimo episodio.:
intrighi, veleni e azione.
Carlo
[1] Come visto nell’ultimo episodio.
[2] United States Air Force.
[3] Chief Executive Officer.
[4] Special Air Service.
[5] Negli ultimi due episodi.
[6] Nell’episodio #97.
[7] Procedura del processo penale
[8] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti.
[9] Patria in Russo
[10] Come visto nella serie di Nick Fury.
[11] Nell’episodio #100.
[12] Acronimo di Vojska special'nogo naznačenija, ovvero "forze per incarichi speciali".